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Se mi chiedi se esiste o no il colpo di fulmine, io ti rispondo sì: mi sono innamorata a prima vista di Lanzarote. Sono sempre stata una tipa da vacanza in città, musei, monumenti, persone: con il mio primo viaggio a Lanzarote ho scoperto la potenza delle emozioni che la Natura regala, semplicemente mostrandosi nei suoi colori, nella sua forza, nella sua bellezza.

 

Il mio primo viaggio qui inizia in un uggioso novembre, alla ricerca di temperature più miti: parto da sola, perché è un viaggio che mi voglio vivere coi miei ritmi, e il viaggio in solitaria è un’esperienza che da un po’ troppo non mi concedo.
Sola fino ad un certo punto, però: a Lanzarote vive Eros, il nostro accompagnatore Jonas (scopri qui il viaggio costruito da lui), originario di Vicenza ma ormai stabile nell’isola da parecchi anni (e come dargli torto?), ma soprattutto un amico che ti regala sempre un sorriso.

 

Ho prenotato il volo con un paio di mesi di anticipo, sull’onda del rientro dalle ferie estive (viaggio chiama viaggio), senza delle date precise ma semplicemente alla ricerca della combinazione più economica. Lanzarote non ha molti voli diretti dall’Italia, ma se riesci a partire da Bergamo o Bologna e soprattutto nei periodi al di fuori dell’alta stagione riesci a volare anche con meno di 100 euro.

 

Nei 4 giorni seguenti il programma è denso di visite, voglio vedere il più possibile!
L’arrivo a Lanzarote non è dei più promettenti, ma credo che sia l’influsso del mio karma: 350 giorni di sole all’anno (*dati MeteoBlue), arrivo io e… naturalmente piove! Ma non mi faccio scoraggiare, d’altronde sono in vacanza e non ho intenzione di rimanere in hotel! E infatti la mia carica di positività dà i suoi risultati e dopo neanche un’ora esce il sole! Morale: #ilmeteoèunostatomentale
Quindi, scarpe da ginnastica ai piedi, parto per una prima bella passeggiata di ricognizione verso Puerto del Carmen, lungo la quale incrocio finalmente alcune delle spiaggie di cui ho sentito tanto parlare, come Playa Chica o Playa Blanca. Un gelato per coronare questo sprazzo d’estate ci sta!

Il giorno seguente mi aspetta la visita al Parco Nazionale di Timanfaya, ma prima mi tolgo uno sfizio decisamente turistico e forse un po’ bambinesco, ma anche io voglio fare la passeggiata a bordo di un cammello! La visita prosegue all’interno del vero Parco ed è possibile solo a bordo dei bus organizzati che, guidati da abilissimi autisti, si snodano tra i più di 25 vulcani e le impressionanti distese di lava solidificata. Lo spettacolo è davvero emozionante, tra ondulazioni, crateri, forme contrastanti e paesaggi lunari. Certo, ci si sente semplicemente spettatori di un giro turistico, ma va benissimo così: non ci si può che sentire ospiti di fronte alla forza e alla misteriosità della natura.

Nei giorni successivi mi ritrovo spesso ammaliata dallo spettacolo che mi si apre davanti agli occhi: dalla potenza delle onde e del vento a Famara Beach, paradiso (ovviamente!) dei surfisti; alla Cueva de Los Verdes, una galleria vulcanica originata dall’eruzione del Volcano de la Corona almeno 5000 anni fa; ma soprattutto alla vista dell’Isla de La Graciosa dall’alto del Mirador del Rio. Qui ho lasciato un pezzo del mio cuore: la vista dell’isola nella sua interezza, che cambia colore al passaggio delle nuvole in un continuo gioco di sole e ombre, mi ha confermato che viaggiare regala alcune delle emozioni più belle che si possano provare.

 

Qui a Lanzarote, inoltre, ho avuto la conferma che l’opera dell’uomo ed in particolare l’arte possano convivere con la natura e non annullarla. Cesar Manrique, artista poliedrico nato ad Arrecife nel 1919, riuscì a combinare in modo stupefacente due sue grandi passioni, l’arte e l’impegno ecologico, creando opere che non soltanto hanno la capacità di adattarsi al paesaggio e alle sue caratteristiche vulcaniche, ma ne esaltano gli aspetti peculiari. Oltre al già citato Mirador del Rio, vale la pena visitare il Jardin de Cactus per una passeggiata oserei dire quasi meditativa tra oltre 1500 varietà di cactus, e la Fondazione César Manrique, casa e studio dell’artista, costruita su cinque bolle vulcaniche.

 

Rientro a casa carica di emozioni e con la convinzione che dovrò tornare presto in questa isola magica, perché oltre alla potenza della natura, sono stata vittima dell’inesorabile potenza del tempo che (come sempre in un viaggio che ti appassiona) vola rapido e… sei appena arrivata che è già ora di rientrare!

Non ho visitato tutto come speravo, ma poco male: inizio già a cercare i voli per il mio prossimo viaggio tra i vulcani… Torno presto, Lanzarote!

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#jonasaspasso